46ª Giornata per la Vita – 4 Febbraio 2024

CAV CENTRO di AIUTO alla VITA -ODV- 

In occasione della 46ª Giornata per la Vita sul tema «La forza della vita ci sorprende. Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)» il prossimo 4 Febbraio 2024 propone LE PRIMULE PER VITA alle Ss. Messe vigiliari sabato e alle Ss. Messe domenicali verrà proposto il gesto della vendita delle primule (ad offerta libera) per sostenere il Centro Aiuto alla Vita di Besana Brianza che opera nel nostro Decanato. Il ricavato contribuirà alle spese per l’acquisto di generi alimentari (prima infanzia) e pannolini per sostenere i progetti di assistenza a mamme e neonati ad oggi in corso sul territorio decanale.

Il Nostro Arcivescovo nella Lettera Pastorale di quest’anno ci invita a testimoniarlo.

IV – Il dono della vita. “Attendere un bambino” è l’espressione radiosa che commuove la donna incinta e la sua famiglia. Secondo la testimonianza delle madri, è una grazia che si impara giorno per giorno, con trepidazione, stupore, talora con apprensione e malesseri che interrompono il ritmo ordinario della vita.

I genitori sperimentano che la vita è dono, cioè un mistero che la descrizione scientifica contribuisce a rendere più affascinante perché non riduce il processo a un meccanismo, ma piuttosto ne esalta lo stupore.

Diventare mamma, diventare papà è una grazia: la vita si rivela vocazione, dono e responsabilità.

In questa rivelazione sono accolti gli angeli che portano l’annunciazione che viene da Dio e che contribuiscono a rendere pienamente umana, cioè consapevole, lieta, trepida la nuova vita. Infatti, come si dice, un figlio ti cambia la vita.

Sono angeli dell’annunciazione i genitori, gli amici più esperti, i medici, i direttori spirituali: incoraggiano, rassicurano, sorridono, condividono, spiegano quello che succede.

La comunità cristiana dispone di molte attenzioni, di molti strumenti, di molta sollecitudine per accompagnare le coppie che aspettano un bambino.

Queste attenzioni sono particolarmente necessarie nei casi non infrequenti di maternità difficili, impreviste, non desiderate.

Molte circostanze inducono a comportamenti troppo superficiali che banalizzano il mistero, fanno vivere i rapporti sessuali come momenti di eccitazione piuttosto che di amore. Ne derivano talora situazioni difficili, condanne a solitudini desolate, necessità di sistemazioni di fortuna. E si insinua la tentazione tremenda dell’interruzione volontaria della gravidanza.

L’aborto volontario, affrontato sul momento come un liberarsi da un fastidio, è in realtà una tragedia che lascia un senso di colpa talvolta irrimediabile, che segna tutta la vita.

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